Solo...

Credo molto nella casualità. Avevo da poco terminato la visita alle esposizioni del Lucca Digital Foto Fest di tre anni fa. Ero uscito dalle mura ( di Lucca ) e stavo lentamente andando a recuperare l’automobile. Ero stanco . Ad un tratto attraversa la strada un tipo che si incammina verso questo bellissimo viale alberato. Anche lui stanco. Vidi subito la fotografia. Con fare concitato dal mio zaino presi la mia ammiraglia e concitatamente cambiai l’obiettivo standard con lo zoom per sfruttare al meglio il 200 e maneggiai altrettanto affannosamente il corpo per cercare di mettere gli iso alti: stava rabbuiando, erano le 17 ed era novembre. Ho aspettato il momento in cui il tipo era affiancato al cassonetto e scattai lì, e un qualche passo più in là. In quel cassonetto vedevo e vedo la possibilità di alleggerimento dei nostri fardelli quotidiani. Se il cassonetto è pieno, pazienza, tiriamo avanti e continuiamo a portare i nostri pesi. La solitudine i fardelli del tipo mi appartenevano empaticamente. Questa è decisamente una fotografia “mia” “intima” in cui vedo una personale concettualità ed empatia. Sicuramente senza cassonetto sarebbe stata una buona fotografia prettamente grafica ed equilibrata, ma per me sarebbe stata più una fotografia da esercitazione/ esposizione. Mia madre era morta dieci giorni prima ed ero solo all’inizio della metabolizzazione dell’evento. Stavo dimenticando di ringraziare tutti quelli che, chi per visita, chi per commento chi per curiosità si fermano a leggere e ad osservare le mie sciocchezze.
Alessandro