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| Me Jack and Jeeg.di Ferrara.Carlo, in Bianco e nero Io Jack e Jeeg robot d'acciaio Inviata il 15/05/2017, vista 521 volte. Dati tecnici: Laboratorio fotografico: |
Commenti
9 commenti
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#8 del 17/05/2017
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Grazie anche a te Roberto. Capisco e comprendo il tuo punto di vista e posso immaginare che i "messaggi" intrinsechi allo scatto non arrivino a destinazione a tutti gli spettatori. L'unica cosa che posso sostenere come controtesi è che senza elementi vivi, sarebbe una semplice immagine di un palo della corrente; pur piacevole (per alcuni) ma senza una identità. Grazie ancora.
#7 del 17/05/2017
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posso essere controcorrente...ha ha...appunto, scusate la battuta..., dicevo, la vedrei molto bella senza i due elementi vivi. Certo, l'opera l'ha creata l'autore ed è lui che esprime qualcosa con il suo scatto, in questo caso io non percepisco il messaggio.
#6 del 16/05/2017
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Grazie a tutti. Da qualche anno, non riesco più a scattare senza la presenza umana all' interno di una immagine. Non riesco. Mi sforzo, ci provo ma non riesco. Poi nessuno si aggira con me nei luoghi abbandonati, e nessuno mi segue nel progetto salterino. Allora "io" divento una esigenza. Questo mi permette di "autoanalizzarmi" di conoscermi in modo profondo e personale. La tua descrizione è pienamente condivisibile ed anche corretta. Scelgo di inserirmi per vari motivi, ed uno è proprio l' opposto di ciò che scrivi. Cerco il contrato tra la "macchina" gigante, i robot dell' era moderna come metafora più ampia del nuovo mondo globale e digitalizzato che "schiaccia" l' essere umana, se pur suo creatore. Un Matrix dove ognuno di noi puo fare una scelta. Altri motivi vanno ricercati, più banalmente, nel personaggio di Jeeg, e meno banalmente nell' uso dell' energia che oggi facciamo. Con questo, il rapporto compositivo è effettivamente esprimibile come tu l' hai descritto. Grazie carissimo, è stato un piacere leggere le tue parole.
#4 del 16/05/2017
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Non so come riesci a fare questi scatti, ma è favolosaaaa!
#2 del 16/05/2017
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... e ti dirò anche che, secondo me, c'è una certa ridondanza soggettuale che se fosse stata evitata era meglio. Mi spiego: i soggetti sono tre (quattro con il cielo). Di questi il meno forte da un punto di vista narrativo è l'umano. Come testimone dell'impalcatura visiva egli è già presente dietro alla fotocamera, come elemento proprio della composizione viene assolutamente emarginato e schiacciato dalla potenza del robot d'acciaio e da quella meno imponente, ma non meno importante, del cane. L'ordito è il cielo, di cui il robot-cane si fa trama mentre l'umano, rischia di rimanere stritolato da questo bellissimo e mortale abbraccio visivo.
L'autore della foto ha dato un +1 a questo commento
ginocosta
#9 del 07/06/2017
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Bellissima anche questa