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di Ferrara.Carlo, in  Concettuale

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Inviata il 01/04/2017, vista 531 volte.

Dati tecnici:
NIKON CORPORATION NIKON D300
Apertura: f/5
Esposizione: 1/40 sec.
Lunghezza focale: 10 mm
ISO: 400

Laboratorio fotografico:
L'autore non autorizza la rielaborazione della foto.

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Commenti

3 commenti

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inimis

Staff

#3 del 04/04/2017
Punteggio commenti: +449

Molto significativa e ben realizzata. sei una fabbrica di idee, *bye**bye*

inimis

autore

#2 del 03/04/2017
Punteggio commenti: +28

Grazie Asasio. Una discussione più che interessante ed allo stesso tempo complessa da analizzare nel suo insieme. Potremmo parlare della "categorizzazione " oppure del significato puro della parola concetto. Posso dirti che io non faccio fotografia concettuale ma surreale. Chiaro che non esiste un album dedicato quindi scelgo "concettuale" perché è l' idea più prossima; sicuramente però non quella corretta. L'espressione per immagini, di un concetto (la noia, la solitudine, l' amore l' infelicita ecc ecc) non è cosa facile, soprattutto non è categorizzabile! Non lo è neanche parlando di surreale, ma con surreale possiamo pensare di raccogliere immagini che si staccano dalla realtà per "forma" o " sostanza". Una "street" di un cartellone pubblicitario di una "modella" che guarda in basso una ragazza "mendicante" è sicuramente una foto "reale" che ha (che evoca in noi) un sentimento reale ma nasce da una rappresentazione completamente surreale (un cartellone pubblicitario non "guarda nessuno";). Un esempio per dire che non è una foto categorizzabile!!! Torniamo a me. È chiaro che quando scatto una foto, lo faccio con una intenzione personale. Ma il mio piacere più grande è immaginare quante letture differenti potranno dare gli spettatori. Il titolo o la didascalia possono influire nella lettura, ma in molti casi e quando riesco, anche il titolo lascia spazio a più letture. È vero altresì che sono un "seriale". Una foto estrapolata, assume varie sfumature ma inserita nella serie vuole (vorrebbe) richiamare lo stesso filo conduttore. In specifico tutti i miei personaggi sono alla ricerca. Di cosa? Del baricentro, dell' equilibrio. La composizione, la gestualità e il fine ultimo sono legati a questa ricerca. Mia e più ampiamente di tutti. Se scavo nel mio inconscio per trovare idee e confrontarmi con me stesso, quando espongo i miei lavori cerco conforto in altri per condividere questa ricerca. L' immagine in specifico, mi porta a pensare che la natura si riappropria di tutto, anche di me. Allora che senso dare alla nostra esistenza se alla fine il ns destino è quello di scomparire. Bhe quello di lasciare segni tangibili del nostro passaggio. Per farlo è necessario trovare equilibrio, nei gesti e nelle azioni che facciamo quotidianamente. Difficile capirlo con/da una singola immagine. Con questa in specifico, è comprensibile fermarsi alla prima parte del ragionamento. La centralità della figura, la verticalità dell' edera, la simmetria del luogo, sono un primo segnale della ricerca generale. Poi esistono (volutamente) tanti dettagli, tante sfumature che inserisco per arricchire scena ed immaginazione dello spettatore. A volte qualcuno ne nota alcuni altri ne notano altri a volte non ne notano nessuno:) In ogni caso vorrei condividere o far riflettere gli altri. Come ben sai è impossibile farlo con tutti, per i più svariati motivi. Ma come si dice, tentar non nuoce!!! PS A riguardo dei generi. Ti lascio una domanda: se faccio una macro a colori, la posto nell' album Macro. E se la faccio in BN la Posto nell' album BN o Macro? Ciao Asasio, un grande grazie e se ti consola. anche a me mancano le foto di LF!

Asaiso

#1 del 02/04/2017
Punteggio commenti: +130

Qui, per me, hai fatto centro. Il punto di contatto tra uomo e natura, tra reale e possibile, tra fisica e metafisica è rappresentato in modo quasi violento, senza intermediazione. Ecco, qui potrebbe partire la critica. Nell'universo concettuale deve esserci uno spazio vuoto tra proposta intellettuale e impatto sulla sensibilità altrui. Una terra di nessuno, ricca di indeterminatezza ove ognuno può costruire il proprio mondo ideale per ricevere ciò che vuole ("vuole", non "deve";). E' una diatriba antica è forse ormai superata. L'ambito "concettuale" viene spesso mal interpretato. Forse l'ho già scritto sotto qualche foto di Elleffe (a proposto: mi manca) nel senso che bisogna mettersi d'accordo sul significato di "concettuale". Cioè: "con questa opera voglio significare un certo concetto", o " in questa opera c'è un concetto nascosto, scopri qual è". Nel primo caso l'obiezione è semplice: scrivi un titolo e una sinossi appropriata. Nel secondo caso è ancor più dolorosa: lasciamo i quiz alla Settimana Enigmistica. Ma noi pretendiamo che con "concettuale" si significhi qualcosa d'altro, più alto, o più intimo o più vero. In altre parole il "concettuale" è un vero casino. E' una categoria che, secondo me, sarebbe da lasciare lì, a fare bella mostra di sé, senza adagiarvisi. E nota che lo dico a te, che sei una punta di diamante.

Asaiso


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