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CANZONI & IMMAGINI (4u)

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(utente eliminato)

#31 01/03/2016, 13:02

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Mi impegnerò di più, promesso!:)

(utente eliminato)

#32 01/03/2016, 16:02

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Foto allegata

nel frattempo:
Alla porta i barbari, nascondi provviste e spiccioli
Sotto la coda, sotto la coda, sotto la coda
E i trafficanti d’organi, e le razzie dei vandali
Sono di moda, sono di moda, sono di moda
Un visionario mistico all’università
Mi disse l’utopia ci salverà
Astemi in coma etilico per l’infelicità
La messa ormai è finita figli, andate in pace
Cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace
E allora avanti popolo
Che spera in un miracolo
Elaboriamo il lutto con un Amen
Dal ricco in look ascetico, al povero di spirito
Dimentichiamo tutto con un Amen
Il portamento atletico, il trattamento estetico
Sono di moda, sono di moda, sempre di moda
Ho l’abito del monaco, la barba del filosofo
Muovo la coda, muovo la coda, colpo di coda
Gesù s’é fatto agnostico, i killer si convertono
Qualcuno è già in odor di santità.
La folla in coda negli store dell’inutilità
L’offerta è già finita amici andate in pace
Cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace
E allora avanti popolo
Che spera in un miracolo
Elaboriamo il lutto con un Amen
Dal ricco in look ascetico, al povero di spirito
Dimentichiamo tutto con un Amen
E l’uomo si addormentò e nel sogno creò il mondo
Lì viveva in armonia con gli uccelli del cielo e i pesci del mare
La terra spontanea donava i suoi frutti in abbondanza
Non v’era la guerra, la morte, la malattia, la sofferenza
Poi si svegliò…
E allora avanti popolo
Che spera in un miracolo
Elaboriamo il lutto con un Amen
Dal ricco in look ascetico, al povero di spirito
Dimentichiamo tutto con un AMEN
(Francesco Gabbani)

(utente eliminato)

#33 01/03/2016, 16:34

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#43: un bell'inizio, questo marzo. Vediamo cosa ci riserva, di buono, il futuro...e se no: Amen *nomention*

(utente eliminato)

#34 02/03/2016, 07:52

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Foto allegata

ciao, Sim *flower*:
Oggi metto questa: LIBERTA' (da Dialogo tra un impegnato e un non so).
Ai non so. GABER!
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha diritto di votare
e che passa la vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

FotoTue

#35 03/03/2016, 19:40
Punteggio commenti: +1

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Alcuni commenti sono stati rimossi.
Ulteriori messaggi provocatori saranno cancellati con presa di provvedimenti nei confronti degli autori.

FotoTue

(utente eliminato)

#36 06/05/2016, 10:05

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Foto allegata

Rassicurati...
Io ti sono accanto
e finchè il Sole non ti esclude
nemmeno io, ti escluderò...
e finchè l'acqua brillerà per te
e per te frusceranno le foglie
anche le mie parole per te
brilleranno frusciando

(Walt Whitman)

viviana

#37 06/05/2016, 10:11
Punteggio commenti: +12

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Che belli questi versi che vengono dal cuore di Walt Whitman *book*

viviana

(utente eliminato)

#38 11/05/2016, 09:08

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Pensando ai Bimbi (spero ce ne siano, qui.....).
Il lupo e i sette capretti
di Jakob e Wilhelm Grimm
C'era una volta una capra che allevava da sola i suoi sette piccoli capretti. Essa li amava teneramente, ma le davano molte preoccupazioni, perché erano spesso disubbidienti e sbadati. Inoltre temeva sempre per la loro vita, perché questi piccoli imprudenti pensavano solo a giocare, sgambettando senza tregua ai margini della foresta, là dove si aggirava il loro nemico di sempre ed il più sanguinario: il grande lupo. Un giorno prima di andare nel bosco a cercare freschi germogli d'arboscelli per il pasto della sera, la capra radunò i suoi piccoli per metterli di nuovo in guardia.
- Devo assentarmi per alcune ore, non lasciate entrare nessuno dentro casa. Siate diffidenti perché il lupo è astuto, può falsare la sua voce e mascherare il suo aspetto. Ma voi potrete riconoscerlo a colpo sicuro dalle zampe che sono nere.
- Saremo saggi e prudenti - promisero i capretti - non apriremo la porta a nessuno se non mostrerà le zampe bianche.
La capra se ne partì abbastanza tranquilla. Qualche minuto dopo alcuni colpi furono battuti alla porta.
- Aprite, aprite miei cari piccoli, è vostra madre che ha dimenticato il suo scialle e le sue cesoie.
- Uuh! Uuh! - dissero scherzosamente i sette capretti - abbiamo riconosciuto la tua brutta voce, brutto diavolo di un lupo e non ti apriremo la porta.
Il lupo se ne andò via umiliato, ma lungo il cammino comperò un pezzetto di zucchero filato che succhio per addolcire la sua voce rauca. Ritornò di soppiatto e da dietro la porta disse con una voce melliflua:
- Aprite miei cari figli, è la vostra mamma che porta dolciumi per voi.
Purtroppo per lui, il lupo, sbadato, aveva posato le sue zampe nere sull'orlo della finestra e fu quindi subito riconosciuto. I capretti gridarono scherzosamente:
- Uuh! Uuh! Signor lupo zampe nere, ti sei tradito!
Contrariato e affamato il lupo concepì un nuovo inganno. Corse zoppicando dal fornaio e gli disse:
- Mi sono ferito, mettetemi un impiastro di pasta cosparso di farina, mi allevierà il dolore.
A quei tempi era un rimedio abituale, pertanto il fornaio non sospettò i neri disegni del lupo che ripartì con la zampa destra imbiancata come desiderava. Ingannati dalla voce mielosa e dalla zampa bianca i poveri capretti alla fine aprirono la porta. Apparve il lupo, terribile, con la schiuma alla bocca, tutto nero, con fuori una grande e avida lingua rossa.
- Aiuto! Soccorso! - belarono i poveri piccoli, saltando sotto la tavola, nel letto, nell'armadio o nella vasca da bagno, nella speranza di sfuggire all'orribile bestia.
Ma il lupo, eccitato e morto di fame, li trovò tutti e l'inghiottì in un boccone uno dopo l'altro, con il pelo e gli zoccoli. Uno solo di loro scampò alla carneficina, perché si era nascosto nell'orologio a pendolo, rannicchiato sotto il pesante bilanciere di rame. Dopo poco tempo mamma capra bussò alla porta e trovando la sua casa devastata, scoppiò in singhiozzi. Nessun belato rispondeva alla sua chiamata. Comprese allora che il lupo l'aveva preceduta. Ad un tratto la poveretta drizzò le orecchie: dalla cassa dell'orologio proveniva un debole rumore e infine, sotto la pressione dei piccoli zoccoli, la sua porticina si aprì e ne uscì un capretto in lacrime che si precipitò ad abbracciare la madre raccontandole le astuzie del lupo e la triste fine dei suoi fratelli. La capra disse tra sé:
- Non deve essere andato molto lontano dopo una tale scorpacciata. Ingordo com'è, può darsi ci sia una speranza di ritrovare vivi i tuoi fratelli.
Afferrata la sua borsa per il cucito, si diresse di corsa verso la foresta. La capra non dovette andar lontano. Sazia, sdraiata ai piedi di un albero, la cattiva bestia si muoveva curiosamente. Con molta abilità la capra gli tagliò la pancia con un gran colpo di forbici. Il lupo dormiva così bene che si mosse appena e non si accorse di niente. Con grande gioia della loro madre i capretti uscirono sani e salvi, uno dopo l'altro, dallo stomaco del lupo. Per ordine della capra essi portarono sei grosse pietre che furono poste nella pancia del lupo che fu ricucito alla perfezione. Corsero poi tutti insieme ad appostarsi sul parapetto di un ponte. Quando il lupo si svegliò, fu preso da una gran sete. Appesantito, corse verso la riva del fiume e per bere si sporse, ma trascinato dal peso delle pietre, colò a picco e s'annegò. I capretti e la loro mamma ne furono molto felici.
Vi è piaciuta? Attuale, direi....*giggle* (peccato non avere una foto di un lupo, da postare...ma forse la trovo!)
Larga è la foglia, stretta la via....dite la vostra, ch'io ho detto la mia. Nisà3.0
^____^

(utente eliminato)

#39 11/05/2016, 09:12

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Foto allegata

eccolo! ;)
Saluti *bye*

(utente eliminato)

#40 16/05/2016, 18:19

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Foto allegata

"Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore...bisogna essere felici." (R. Benigni)

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